ESCLUSIVA: Intervista al mito del rock ALDO NOVA


ALDO NOVA INTERVISTA  (by Mirko DeFox)

Aldo Nova è un cantante, chitarrista, tastierista e produttore discografico canadese, di origini italiane che ottenne fama e notorietà grazie al suo primo album “Aldo Nova” nel 1981 e al singolo “Fantasy”, che raggiunse la posizione numero 23 nella chart di Billboard Hot 100.
Seguirono altri quattro album che raggiunsero tutti ottimi risultati e lanciarono Aldo Nova nel firmamento del AOR Rock melodico mondiale.
Aldo è anche un produttore e autore molto affermato, tra gli artisti con i quali ha collaborato ci sono Jon Bon Jovi, Celine Dion, Faith Hill e Michael Bolton.
La storia di Aldo Nova è lunghissima, di riflesso quì in italia abbiamo solo percepito l’eco di questa grande star della musica, ma tutto ciò che non conosciamo c’è lo facciamo raccontare da lui, in questa intervista esclusiva;

Ciao Aldo è per noi un piacere e un onore poter farti questa intervista e ti ringraziamo fin d’ora della tua disponibilità, proviamo a ripercorrere le principali tappe della tua carriera?

Ci puoi raccontare come arrivò l’amore per la musica e quali furono i tuoi primi passi nell’ambiente rock canadese?


Penso di essere nato con la musica dentro, anche se nessuno nella mia famiglia, genitori, fratelli, sorelle, zie, zii, cugini.. ha mai fatto musica, mentre io ne sono sempre stato attratto.La mia vera storia è iniziata quando avevo 4 anni.
Passavo sempre con mia madre davanti ad un negozietto, tutti i giorni, ed in vetrina c’era un piccolo ukulele di plastica.
L’ho pregata ogni giorno di comprarmelo finchè finalmente, me l’ha regalato.
Sono stato davanti allo specchio ogni giorno fingendo di essere una rockstar in concerto su un grandissimo palco, di fronte a migliaia di persone!
Ma la mia passione non era solo ascoltare la musica, ho sempre voluto sapere come funzionava ogni cosa, come nasceva la musica.
Mi ricordo che un giorno mio padre portò a casa un giradischi nuovo di zecca, ma secondo me non suonava così bene, e dopo meno di mezz’ora era già in pezzi. Dopo due ore, quando l’abbiamo rimesso insieme, aveva il sound che cercavo. E questo giradischi, come tutti sanno, è rimasto con me e probabilmente ci rimarrà finchè non morirò, proprio come finirà la mia musica.

Mio fratello aveva una grande collezione di dischi, adoravo la musica e amavo il modo in cui gli strumenti e la voce si fondevano e mi incuriosiva sapere come venivano fatte le registrazioni.La vera svolta nella mia vita, che ha veramente segnato la mia carriera musicale, è stata quando avevo 13 anni, quando mia madre e mio fratello sono morti in un incidente stradale.Per alleviare il mio dolore, ho chiesto al mio fratello maggiore di comprarmi una chitarra elettrica.Siamo andati in un negozio di strumenti musicali economici, e abbiamo preso una chitarra ed un amplificatore per 25 $.
In quel periodo stavano uscendo tutti i più grandi dischi, come Hendrix, Led Zeppelin, e altre grandiose bands che ancora oggi tutti amano.
Personalmente, credo che la musica degli ultimi 10 anni sia scadentea, ma questa è la mia opinione.Credeteci o meno, il primo riff che ho imparato a suonare è “25 or 6 to 4” dei Chicago, perchè ha una melodia semplice.

Una volta non c’era YouTube, così se volevi imparare una canzone dovevi mettere la puntina sul disco e scoprire la prima nota, poi la seconda e la terza. Quando sei un principiante, devi davvero sudare se vuoi suonare.
I giovani d’oggi vanno direttamente su Youtube ed imparano qualsiasi cosa. Persino io lo uso.Credetemi, quando sono uscito dalla mia stanza, due anni dopo , ero diventato un chitarrista incredibile!
Ho trovato un bassista e un batterista e ho messo in piedi la mia prima band a 14 anni.
Improvvisavamo e io stavo già scrivendo dei pezzi originali, anche se ero il cantante.
Non ho mai capito il motivo per il quale nessuno degli amici voleva fare il cantante. Forse perchè io sono Italiano, spavaldo e senza tanta paura, però se non avessi cantato, sarebbe stato da spararsi!

A 16 anni ho iniziato a lavorare in un negozio di musica come commesso, ed è qui che sono stato invitato ad unirmi ad una band che proponeva classici e hits, repertori diversi uno comprendeva Old Rock & Roll e uno il primo repertorio dei Beatles, dove noi ci vestivamo come i Beatles, indossavamo parrucche e ci muovevamo come loro.
Questa esperienza è arrivata talmente vicina a quando stavo lavorando al mio primo album, sapevo già come strutturare una hit, creare le armonie e arrangiare una canzone. Fondamentalmente, ogni cosa che un buon produttore musicale dovrebbe fare.
Per quanto io potessi essere identificato come un artista del Rock Canadese, io invece stavo pensando a proporre la mia musica a tutto il mondo.


Come riuscisti ad agganciare ed a ottenere un deal con la Portrait Records che è un’etichetta discografica statunitense, brand della major Epic Records?
Stavo lavorando in alcuni club con la mia band, e così una sera qualcuno venne da me chiedendomi “Sai come scrivere una canzone?” cosa che a quel punto ancora non sapevo, ma dissi di si. Poi mi chiese “Sai come produrre?”, cosa che non sapevo ma gli dissi comunque di si.
Così questo tizio mi svelò di avere un accordo discografico, ma non sapeva come scrivere, cantare o produrre e aveva bisogno di me per creare canzoni, cantarle e praticamente fare tutto sui pezzi; ma sarebbe andato lui in TV, avremmo fatto la sincronizzazione delle labbra e lui sarebbe stata la star.
Non mi interessava tutto questo inghippo, perchè comunque mi stava dando l’opportunità di lavorare in uno studio per la prima volta, ed era tutto quello che volevo. Lui cercava un vero sound British, un sound vicino alla New Wave come quello di Gary Newman, e ho scritto una canzone intitolata “XR-7”, che è stato il mio primo pezzo su un disco e trasmesso poi in radio.Mi ricordo di essermi alzato dal letto una mattina, averlo sentito alla radio e mi ci è voluto un attimo per realizzare che quella era la mia canzone!
Ho continuato a scrivere canzoni e a lavorare nello studio, e da quel momento tutti sapevano che ero stato veramente io a fare tutto.
Poi un giorno, quel ragazzo è scomparso lasciando il debito in studio. Così i proprietari sono venuti da me dicendomi: “Puoi continuare a lavorare nello studio per noi oppure ci devi i 10.000 $ del debito non saldato”.
Ovviamente ho continuato a lavorare, e ho trasfromato il mio sound da New Wave a Rock, ho scritto e prodotto una demo di 10 canzoni.
Questa demo è arrivata all’orecchio di un A&R della ATV music publishing che è venuto a Montreal per incontrarmi.Dopo aver visto che avevo suonato tutte le parti musicali, arrangiato i suoni e cantato, è rimasto abbastanza colpito da propormi un accordo di pubblicazione e più tardi un contratto discografico.
Questa demo, completamente non ritoccata, fatta eccezione per il remix è diventato poi il mio primo album “Subject”,  la ATV mi ha praticamente affidato alla Portrait  Records, con i quali ho firmato direttamente.

Nel tuo primo album, io amo alla follia il sound Hard rock melodico, la chitarra è piena di energia, la tastiera dona un mood moderno e la voce è piena di carisma e melodia, un must per tutti gli amanti del Rock, io credo che in quel periodo il suono di Aldo Nova fosse innovativo e raggiungesse il gusto di un audience molto ampia, la tua reazione nel vedere “Fantasy” in classifica e ottenere un doppio disco di platino?

Se ho pensato che ho avuto un sound innovativo?
La risposta è molto semplice. Ho mescolato tutti gli stili e influenze della chitarra Rock, con la mia passione per sintetizzatori ed elettronica,insieme a mia conoscenza dell’utilizzo di studio come strumento per creare un suono che è stato descritto come pomposo e magniloquente.
Poi ti dirò che il più grande segreto di quel primo album era, l’ innocenza. Ho davvero solo scritto e fatto i suoni che sentivo nella mia testa, nulla di complicato. Per me fare musica, se c’è la passione è facile se viene dal cuore e dall’anima diventa reale. Ho cercato comunque un suono distintivo diverso da chiunque altro. Aldo è Aldo, puro e semplice. Quello che vedete e ascoltate di quel periodo sono io nella mia purezza di artista.
Il tema musicale legato alla fantascienza e al mistero che si sente anche nel secondo album “Subjects” e si intravede nei videos ha un significato particolare?

Riguardo “Subject” è un concept album ambientato nel post nucleare dove una guerra ha distrutto la terra, e dove un gruppo di anziani, conosciuto come i “soggetti” avrebbero insegnato al resto dell’umanità superstite come riprendere a vivere. In quel periodo nel 1983, nessuno affrontava temi sulla guerra post nucleare.L’album ha un suono molto più pesante,e con più synth in  quel momento sperimentavo con l’elettronica. Il disco non raggiunse una grande  popolare come il primo album, ma oggi è considerato dalla maggior parte dei miei fan come il mio album migliore.

Il testo di “Monkey On Your Back” ha un risvolto sociale, parla della lotta alla droga?
SI hai ragione, è  una canzone sul tema della droga, solo che invece di glorificare la droga, è stato il primo brano antidroga di sempre.


Nel periodo dal 1981 al 1984 (avevi due albums all’attivo) hai suonato in tour? ricordi qualche concerto in particolare?
Il Tour che ho fatto e che preferisco di più?
La  risposta è semplice, tutte le esibizioni, soprattutto nel “Blood on the bricks” tour dove sono stato circondato dai migliori musicisti, e
ho fatto in modo che fossero non solo grandi musicisti, ma anche persone meravigliose.
In quel periodo avevo un giovane chitarrista ritmico sconosciuto allora chiamato PHIL X  (Philip Eric Xenidis attuale chitarra dei Bon Jovi), che ora è uno dei chitarristi più altamente visibile sul pianeta. Infatti, ho introdotto Phil X a Jon Bon Jovi durante una registrazione del brano “Levon” di Elton John, una cover version che ho prodotto per Jon, dove
tutta la mia band è stata coinvolta nella registrazione. Ogni tour è stata una gioia, e l’ho fatto per ogni album tranne per “Twitch” per ragioni che vi illustrerò in seguito.

Nel frattempo suoni la chitarra e tastiere negli album di Michael Bolton, B.O.C. e sopratutto nel debut album di Bon Jovi, cosa ci racconti di quel periodo nei Power Station Studios di New York con Tony Bongiovi?

Il periodo passato nei  Power Station è stato incredibile, io e Tony Bongiovi abbiamo imparato molto l’uno dal altro, ecco perché nei crediti del mio primo album si può  leggere, mixato da Tony Bongiovi & Aldo Nova In the Pit al Power Station, NY. Ci siamo divertiti molto io ero pieno di entusiasmo e lui  altrettanto. Proprio di recente abbiamo parlato al telefono e Tony mi dice ancora oggi, che il disco di platino che ha avuto per il mio primo album è la cosa della quale va più fiero.
Ho incontrato John Bongiovi, come veniva chiamato all’epoca, presso la i Power Station mentre si stava facendo caffè e così l’ho invitato in studio, e
gli ho fatto scoltare alcune idee per il mio album, e lui è rimasto folgorato.
Più tardi, quando Tony Bongiovi stava mettendo insieme una band per registrare il primo demo Runaway per Jon, mi ha chiamato, così ho suonato la chitarra, le tastiere e ha cantato i cori su quello che è poi diventato il suo primo album.

Esaminando a distanza di tanti anni la tua storia, possiamo dire che Jon Bon Jovi in qualche maniera si ispirò al sound AOR Rock melodico di Aldo Nova, che tanto piaceva agli americani?
La risposta a è sì, sì e sì!!! Ho creato quella chitarra bella pesante, con il sintetizzatore, multi suono armonico che si sente in molti albums, di molte bands. Ma anche io ho preso le mie influenze da Boston, Reo Speedwagon, Hendrix e tutte le band prima di me. Comunque ho creato un mio suono.
Nell’album “Twitch” hai cambiato molti musicisti, il suono si fà più cromato e a tratti pop, naturale evoluzione del tuo stile o strategia di mercato?
Twitch,  è molto lontano dal mio stile, è l’unico album che ho fatto, che odio. In tutti i miei album, le canzoni e gli strumenti, sono stati fatto da me, ma su “Twitch”, la musica e i testi sono stati fatti da altri su richiesta della casa discografica. Ecco perché, dopo che
questo album non ho registrato più nulla ho aspettato che il contratto con la Sony scadesse nel 1989.Tutto quello che ho fatto prima di  “Twitch” e tutto la musica  successivo è riconducibile a me. Come ho detto, la musica dovrebbe essere fatto con il cuore e l’anima, e
non guidata dall’avidità.

Dalla pubblicazione di “Twitch” a “Blood on the Bricks” che è uscito nel 1991 c’è un arco temporale piuttosto lungo, sò che hai suonato con Cindy Lauper in tour, poi che altro?
Sì ho fatto un tour con Cindy Lauper, ma non ha funzionato. Purtropo i rapporti con il suo manager David Wolfe non erano idiliaci, e così ho lasciato il tour in Australia, senza aver preso un centesimo, con nessun posto dove vivere e nessun biglietto per tornare a casa. Per fortuna  qualcuno mi ha dato un appartamento, ho mangiato buon cibo, e queste ragazze mi aiutarono a comprare il  biglietto per tornare a casa a Montreal. Karma… Ecco cos’è.

Parliamo di “Blood on the Bricks” al quale ha partecipato come guest Jon Bon Jovi, disco che ti vede lasciare i suoni AOR in favore di un Hard rock guitar oriented, molto ritmato e southern, come è nato questo album?

“Blood on the Bricks è nato quando ho iniziato a lavorare sul demo che successivamente è diventato il primo album solista di Jon Bon Jovi, e parlo di “Blaze of Glory”.
Ero a casa di Jon il venerdì, e lui mi ha fatto sentire questa canzone con la
chitarra acustica intitolata Blaze of Glory.
Abbiamo registrato la canzone con lui alla voce e io alla chitarra acustica con un registratore a cassette a buon mercato.
Jon mi ha chiesto di andare a casa e di fare una versione orchestrata del brano da inviare a lui entro Lunedi, così poteva fare la traccia vocale e inviarlo agli Studios cinematografici, dato che era la canzone scelta per la colonna sonora del film  “Young Guns 2”.
Naturalmente ho fatto tutto l’arrangiamento e la registrazione e il lunedì Jon ha ricevuto il nastro multi traccia che ha registrata la sua voce.
Ecco che bisogna fare un  intero album  per “Young Guns 2”, così, Jon mi ha invitato a casa sua per fare un’altra demo, e alla fine ho soggiornato da lui per un anno!
Tra una cosa e l’altra, le demo e poi volare a Los Angeles per registrare e organizzare la registrazione con un cast all-star di musicisti, si è iniziato da un fine settimana poi a un mese e poi con tutto il tempo necessario.
Non mi sono mai divertito così tanto.

Ricordo che mentre io e Jon vivevano in una casa a Los Angeles che ho iniziato a suonare alcune canzoni che avevo registrato come demo e fatte a casa.
L’unica canzone che non era su quelle demo era “Blood on the Bricks”,
E poi io e Jon abbiamo scritto tutti i testi e registrato l’album con un
cast stellare di musicisti.
Credo che il sound non sia così duro e southern come dici tu, la chitarra è slide si però a parte i testi, il disco ha quel tocco alla Bon Jovi, ed è sicuramente il disco che volevo fare.
Ci racconti qualche aneddoto riguardo i video di “Blood on the bricks”, “Medicine man” e “Someday”? …per me fantastici e trasmessi frequentemente da Mtv anche quì in Italia

Sì, i video sono il lavoro del regista Wayne Isham, straordinario, sapere
per il suo lavoro sul video di ” Slippery when wet”  e su tutti i video di Metallica.
I concetti erano tutti suoi e hai ragione il suo lavoro è stato ottimo e io sono rimasto molto soddisfatto.


Nel 1997 esce il tuo album solista intitolato “Nova’s Dream” dove hai dato libero sfogo alla creatività, brani strumentali intimi e ispirati, è un concept album?


Nova’s Dream doveva essere un album senza testi con
solo musica strumentale e lingue inventate, con un sound e stile completamente differente per ogni canzoni .
L’intero album è stato scritto, registrato, ascoltata e mixato nello spazio di 2
mesi, il tutto senza una singola nota o qualsiasi idea di quello che stavo per fare in anticipo, fatto così di getto.
La sua improvvisazione è stata una sfida ma anche un omaggio ai grandi musicisti del passato, vedi al grande Jimi Hendrix in “Excuse Me While I scream”, dove io uso la maggior parte dei titoli delle sue canzoni come testo. Un altro canzone, ” Carlito’s Way”, nel caso tu Mirko non l’abbia notato, è un tributo ad un altro grande chitarrista, Carlos Santana. Entrambi questi chitarristi hanno una cosa in comune, sono entrambi unici , uno è il più grande innovatore e l’altro ha scritto le più belle melodie sentimentali.

Questo mio album non è ben conosciuto, ma penso che sia una delle cose migliori che ho mai creato.È un album non contiene solo musica d’ascolto, ma una colonna sonora che si vede e si può immaginare.

Sei un produttore di successo, cosa ci puoi raccontare riguardo il lavoro con Celine Dion, Bon Jovi e Faith Hill?

Quando ho preso uno dei miei molti breaks(LOL) in 30 anni, ho lavorato, sia come scrittore e produttore e suonato per molti super artisti di successo, come, Jon Bon Jovi, Celine Dion, che come molti sanno (ho scritto almeno 15 canzoni per lei) e poi per la rock band cilena La Ley, per Faith Hill, Clay Aikin e molti artisti anche francesi,  poiché parlo 3 lingue perfettamente, italiano, francese, Inglese, e capisco perfettamente lo spagnolo.

Hai vinto dei prestigiosi Grammy Awards ci racconti?

Con Celine, ho vinto un Grammy come miglior produttore per il suo album”Falling Into You”, dove ho scritto musiche e testi di 3 canzoni per” I Love You”,  “Your Light”  and “Dreamin’ of You”. Soddisfazione e un bel divertimento, poi però nel 2008, ho deciso di arrestare completamente questa attività, scrivendo e lavorando solo per me stesso.

Ed oggi? Aldo nova si diverte ancora con la musica?

Negli ultimi 9 anni ho lavorato al mio Rock Opera “Spaceman” (il
La Vita di Eddie Gage), che finalmente ho finito nel mese di febbraio.
Ho scritto più di 100 canzoni e continuò a scrivere fino a quando non ritengo di aver raggiunto il mio lavoro perfetto.
Ho scartato oltre 90 canzoni e mantenuto 20, tutte le musiche e i testi sono ovviamente miei, ho suonato, registrato e mixato ma ho anche ospitato alcuni dei migliori musicisti al mondo.
Questa Opera Rock racconta la storia di Eddie Gage e della sua evoluzione dalla luce, passando per il buio e risalire fino alla luce ancora.
Il tema dell’album è molto spirituale e ha un messaggio di positività maggiore rispetto a qualsiasi delle mie opere precedenti.
Come ogni singola mia canzone o qualsiasi album, sono scritti in prima persona.
Sono un narratore, lo sono sempre stato e sempre così sarà.

Grazie a voi tutti in Italia,
un grande abbraccio da Aldo Nova Caporuscio

St. Lazare Quebec Canada 06 Ottobre 2016

Pic Courtesy by James St. Laurent